LA PROSTATECTOMIA RADICALE
Durante la prostatectomia radicale il chirurgo urologo asporta completamente la prostata con le vescicole seminali e, in alcuni casi, anche i linfonodi pelvici. Questi ultimi vengono asportati qualora vi è una probabilità di metastasi che supera il 5%.
La prostatectomia radicale può essere eseguita con diverse tecniche ed approcci. Le principali tecniche con i quali vengono eseguiti questi interventi oggigiorno sono:
la tecnica a cielo aperto
la tecnica laparoscopica
la tecnica robot assistita
La PROSTATECTOMIA RADICALE A CIELO APERTO
Durante questo intervento il chirurgo opera attraverso una incisione addominale verticale tra l’ombelico e il pube. Questa incisione può essere molto piccola non superando in alcuni casi gli 8/10cm. Il chirurgo indossa lenti d’ingrandimento che permettono di individuare con precisione anche le più piccole strutture.
La Prostatectomia Radicale Laparoscopica e ROBOT ASSISTITA
In questi interventi, il chirurgo pratica una serie di 5-6 incisioni piccole attraverso le quali posiziona delle porte chiamati trocar che permettono di lavorare all’interno del corpo con strumenti speciali. Nel caso della tecnica robotica, gli strumenti sono meccanici e guidati dal chirurgo che sta a distanza ad un console. La visione dell’interno del corpo avviene tramite una telecamera interna e monitor esterno. La visione del chirurgo nella tecnica laparoscopica è in 2 dimensioni mentre nella robotica è in 3 dimensioni.
Gli obiettivi più importanti della prostatectomia radicale sono essenzialmente 3:
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Ottenere il miglior risultato oncologico
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Garantire la migliore continenza urinaria
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Preservare la funzione sessuale.
Ogni intervento chirurgico comporta rischi per il paziente. Oltre a quelli legati all’anestesia e quelli comuni a tutti gli interventi chirurgici (sanguinamento, danno ad altri organi, infezione, etc.), il paziente che si sottopone alla prostatectomia radicale va incontro al rischio di avere problemi di incontinenza (perdite di urina) e di perdita dell’erezione.
Nelle casistiche moderne la percentuale di uomini che raggiungono la continenza urinaria si assesta attorno al 90%, mentre la potenza sessuale si mantiene in 50-90%.
Le più recenti linee guida mondiali concludono che nessuna tecnica di prostatectomia radicale può essere ritenuto superiore alle altre in termini di controllo oncologico, continenza, potenza sessuale.
Il fattore più importante è l’esperienza e l’abilità chirurgica.
Dott. Lovisolo possiede specializzazioni in Chirurgia (Università di Pavia) e in Urologia (Università dell’Insubria) ed esperienza in chirurgia ginecologica (Locarno, Svizzera). I suoi maestri comprendono il Prof. Aldo V. Bono, ex primario di Urologia dell’Ospedale di Circolo di Varese, ex Presidente della Società Italiana di Urologia ed Ex presidente dell’EORTC e uno dei primi in Italia ad eseguire la moderna prostatectomia radicale e il Prof. J. Edson Pontes – Chairman di Urologia della Wayne State University di Detroit, Michigan.
Il Prof. Pontes è stato uno dei pionieri della prostatectomia radicale moderna.
Il dott Lovisolo esegue la prostatectomia radicale con la tecnica aperta con una casistica di oltre 400 interventi.